ACTION PANIQUE:

16 Gennaio 2001


Arrabal: "Io, sedotto da Genova"

 

"Nel nuovo libro i miei incontri da Picasso a John Lennon"

 

Fernando Arrabalnei vicoli di Genova. La nostra città lo ha sedotto

 

E’ il fondatore del movimento Panico. Ha incontrato Jim Morrison, John Lennon, Samuel Beckett, Milan Kundera, vissuto qualche tempo con Salvador Dali. Ama i gatti. Vive a Parigi e viene spesso in Italia. E’ a Genova per la terza volta. Note sparse per presentare Fernando Arrabal, un personaggio dalla biografia e dalla carriera fitte, sorprendenti, importanti, grandi. E’ scrittore, poeta, drammaturgo, intellettuale. Oggi pomeriggio alle 18 incontra il pubblico nel Salone del Minor Consiglio di Palazzo Ducale (ingresso libero). L’occasione si deve all’attività di Claudio Pozzani e della sua Casa della poesia, neonata. struttura in cui confluiscono il Festival internazionale dl poesia (a cui nell’estate del ‘99 e a Capodanno del 2000 fu invitato Arrabal), e il Circolo viaggiatori nel tempo. Domani, inoltre, al cineclub Nickelodeon (ore 20,30) saranno proiettati due film rari, "il pianeta selvaggio” di Roland Topor e "L’albero di Guernica” di Arrabal in cui compare una giovane Mariangela Melato.


Lo scrittore con la famiglia durante una visita a Genova in occasione del Festival della poesia nell estate del'99


Con Topor e Jodorowsky ha fondato il movimento Panico nel 1962, sulla scia del surrealismo. Perché è ancora attuale?
«E’ un mistero. Siamo più attivi che mai. Le idee con il tempo non sono diventate più precise, ma il mondo è diventato molto più poetico».

Davvero? Siamo ancora molto diffidenti, ma non è un atteggiamento ragionevole. Credo di essere stato il primo in Europa a leggere un romanzo sul video. Internet è molto vicino alla filosofia socratica, perché permette un dialogo costante e spontaneo. Ci sono poeti con cui mi collego tutti i giorni e vivono in diverse nazioni del mondo. Con le lettere sarebbe molto più lento e formale. Il mio sito è arrabal.org, come orgasmo, orgia, organo».
In che cosa è impegnato in questo periodo?
«Sto scrivendo un grande libro, di circa un migliaio di pagine. Per me, è il libro più interessante che io abbia mai scritto. Ci lavoro da tre anni e ci lavorerò ancora altrettanto. Questo non mi impedisce di lavorare ad altro, nel frattempo. Qualche mese fa a Parigi è uscito un libro in cui racconto la storia di mio padre: fu condannato a morte dal regime franchista, ma riuscì a scappare e scomparve. Fu molto strano ed indispettì molto le autorità del regime. Non ho mai smesso di cercarlo».
Di cosa tratta il libro di mille pagine che sta scrivendo? «Della mia vita. Lo intitolerò "Cronaca sentimentale oppure "Cronaca del cuore. Racconto, anche in due righe, tutte le cose grandi e piccole che mi sono accadute. Sono riflessioni di una riga, piccole perle. Racconto i miei incontri con Jim Morrison, Breton, Pablo Picasso, quello recente con Milan Kundera, il periodo vissuto con Salvador Dali, ma anche delle nuvole che mi passano sopra la testa e della polvere».
Come sono questi personaggi? Chi le manca di più?
«Più di tutti Topor scomparso quattro anni e mezzo fa. E’ uno dei fondatori del Panico. Poi mio padre. John Lennon l’ho sempre associato ad una giraffa, con il collo lungo proteso verso il cielo. Era una persona molto innocente, scherzava molto, sia lui sia Yoko Ono. Morrison era un tipo molto curioso, molto interessato a quello che facevamo, proprio come ora lo è Marilyn Manson, il rocker con cui ho recentemente avuto contatto».